Dice il Signore nella parabola dei talenti del vangelo di oggi a chi non ha duplicato il capitale (talento)affidatogli.
Questa parabola è cara all’etica del capitalismo: i talenti (capitali) sono da far fruttare, l’abbondanza è segno di benedizione divina, l’indigenza di maledizione!
In realtà i talenti rappresentano l’amore, la grazia che il Padre ha verso di me, che deve “duplicarsi” nella mia risposta d’amore verso il prossimo, è un “dover fare” di tutti! non solo del cristiano, se riflettendo diciamo che il bene, il bene che rappresenta Dio, è dentro nell’animo umano.
– Nel Corano si legge “Allah (Dio) ti è più vicino della vena giugulare”
– S. Agostino “Signore eri così vicino a me e nemmeno me ne accorgevo”
E ritornando sui talenti un detto di un mistico islamico medievale ricorda che “la fede ha tre dimensioni: fede è parola della bocca, fede è verità col cuore, fede è opera coi fatti.” (citazione del Cardinale Gianfranco Ravasi)
I talenti non sono doti naturali, ma la coscienza della grazia di Dio Padre, corretta coscienza che ti fa dire che tutto quello che ho e sono l’ho ricevuto in dono.
Ora chi non ama distrugge la sua vita e forse non lo sa, perché in lui muore l’amore ricevuto; è fuori, dove invece del sorriso c’è solo tenebra.
IV Domenica dopo Pasqua -anno B In quel tempo, Gesù disse: “Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore”. (Gv 10, 11-18) Questa Domenica è chiamata “La Domenica Leggi tutto…
II Domenica di Pasqua 2024 – Anno B. Valore teologico della “lettura”. “Celebrans et ministri, clerus et populus sedentes auscultant.” Questa norma uscita nel 1955 ebbe una larga risonanza nel mondo dei liturgisti e così Leggi tutto…
PASQUA 2024 “Questo è il mio corpo… questo è il calice del mio sangue”. “Come ad offrire nutrimento al corpo è l’atto di mangiare del pane e non semplicemente guardarlo, nello stesso modo occorre che Leggi tutto…
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Commento domenicale 19/11/2017
Pubblicato da emme il
San Giuseppe, 19 Novembre 2017
Domenica XXXIII del T.O.
..servo cattivo e pauroso..” (Mt.25, 14-30)
Dice il Signore nella parabola dei talenti del vangelo di oggi a chi non ha duplicato il capitale (talento)affidatogli.
Questa parabola è cara all’etica del capitalismo: i talenti (capitali) sono da far fruttare, l’abbondanza è segno di benedizione divina, l’indigenza di maledizione!
In realtà i talenti rappresentano l’amore, la grazia che il Padre ha verso di me, che deve “duplicarsi” nella mia risposta d’amore verso il prossimo, è un “dover fare” di tutti! non solo del cristiano, se riflettendo diciamo che il bene, il bene che rappresenta Dio, è dentro nell’animo umano.
– Nel Corano si legge “Allah (Dio) ti è più vicino della vena giugulare”
– S. Agostino “Signore eri così vicino a me e nemmeno me ne accorgevo”
E ritornando sui talenti un detto di un mistico islamico medievale ricorda che “la fede ha tre dimensioni: fede è parola della bocca, fede è verità col cuore, fede è opera coi fatti.” (citazione del Cardinale Gianfranco Ravasi)
I talenti non sono doti naturali, ma la coscienza della grazia di Dio Padre, corretta coscienza che ti fa dire che tutto quello che ho e sono l’ho ricevuto in dono.
Ora chi non ama distrugge la sua vita e forse non lo sa, perché in lui muore l’amore ricevuto; è fuori, dove invece del sorriso c’è solo tenebra.
Buona Domenica
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