“Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.”. (Mt.24,37-44)
Se
ne va il tempo, diceva Dante e l’uomo non se ne accorge.
“Fui
quod es, eris quod sum”
Queste
parole stanno scritte ai piedi di una tomba aristocratica in una chiesa di
Padova. La riflessione (certamente copiata da qualche autore medioevale) sembra
uscire dalla tomba: “Anch’io ero come te
(vivo); anche tu sarai come me
(morto)”, la scritta continuava con un ammonimento di cui ricordo solo il senso,
“medita dunque sul prosieguo della vita
che stai ora vivendo”.
Ora
dobbiamo solo decidere cosa fare per vivere bene; rincorrendo i soldi? Erasmo
da Rotterdam nel suo “Elogio della follia” diceva che è pazzia pure il
rincorrere i soldi e la saggezza del Qoelet ammonisce “Tutto è vanità”. Allora
un buon motivo per vivere bene, che alla fine è per il cristiano la grandezza e
bellezza della vita, è quanto raccomandava San Paolo ai cristiani di Galizia,
con estrema semplicità: “Mentre abbiamo
ancora tempo, cerchiamo di fare del bene”. (Gal. 6,10)
08 Settembre 2024 Domenica XXIII T.O. anno B “Dio onnipotente abbia misericordia di noi perdoni i nostri peccati e ci conduca alla vita eterna.” Si riceve l’assoluzione dei propri peccati all’inizio di ogni eucarestia? Sì, Leggi tutto…
Domenica XXII T.O. anno B La Chiesa legge sempre gli stessi testi (parole) della Bibbia, una letteralità che non ha tempo, ma “la Parola di Dio trova il suo pieno significato solo congiungendosi con coloro Leggi tutto…
Domenica XX T.O. anno B Decreto sul santissimo sacramento dell’Eucarestia, Concilio di Trento Sessione XIII (11 ottobre 1551) cap.3: “E questa convinzione è sempre stata nella Chiesa di Dio, che subito dopo la consacrazione il Leggi tutto…
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Commento domenicale 01/12/2019
Pubblicato da Edoardo Amadio il
I – Domenica di Avvento -anno A
“Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.”. (Mt.24,37-44)
Se ne va il tempo, diceva Dante e l’uomo non se ne accorge.
“Fui quod es, eris quod sum”
Queste parole stanno scritte ai piedi di una tomba aristocratica in una chiesa di Padova. La riflessione (certamente copiata da qualche autore medioevale) sembra uscire dalla tomba: “Anch’io ero come te (vivo); anche tu sarai come me (morto)”, la scritta continuava con un ammonimento di cui ricordo solo il senso, “medita dunque sul prosieguo della vita che stai ora vivendo”.
Ora dobbiamo solo decidere cosa fare per vivere bene; rincorrendo i soldi? Erasmo da Rotterdam nel suo “Elogio della follia” diceva che è pazzia pure il rincorrere i soldi e la saggezza del Qoelet ammonisce “Tutto è vanità”. Allora un buon motivo per vivere bene, che alla fine è per il cristiano la grandezza e bellezza della vita, è quanto raccomandava San Paolo ai cristiani di Galizia, con estrema semplicità: “Mentre abbiamo ancora tempo, cerchiamo di fare del bene”. (Gal. 6,10)
Buona domenica
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