Commento domenicale 04/05/2025
04/05/2025 III Domenica di Pasqua anno C
Il Sinodo dei vescovi conclusosi lo scorso Ottobre (2021-2024) si era prefisso, sulla spinta di Papa Francesco, la riforma della vita della Chiesa partendo dal presupposto che “Ecclesia semper reformanda est”.
La parola riforma però non ha avuto una buona fama nella Chiesa cattolica, dopo il doloroso scontro ecclesiale, terminato con la rottura del XVI secolo; la riforma protestante. Ma la Chiesa peregrinante sulla terra, è chiamata da Cristo a una perenne riforma in quanto istituzione umana e terrena. Il Signore sapeva delle difficoltà che anche la sua Chiesa avrebbe avuto e nel momento più difficile della sua esistenza terrena pregò il Padre: “Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te. Padre santo, custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola.” (Gv 17,11). Dopo la crisi postconciliare del Vaticano II, s’è fatto un lungo silenzio e un certo timore si è impadronito della gerarchia e, un poco alla volta è tornato in auge il linguaggio della restaurazione e non si parla più di riforma. “Quelli sono anni in cui chi chiede la riforma della Chiesa è visto con sospetto, viene emarginato e fatto tacere nei luoghi ecclesiali ufficiali.” (Enzo Bianchi)
Ma con Papa Francesco si ricomincia a parlare di riforme istituzionali e di riforma dello stile della Chiesa in senso pastorale e missionario, nessun organismo escluso. Parla del papato (forma del ministero petrino), delle diocesi, delle parrocchie e tutto nel senso della sinodalità come mutamento del cammino della Chiesa. Sinodalità possiamo intenderla anche come ascolto di tutta la Chiesa soprattutto dei laici (l’apertura ai fedeli laici è tutto il senso profetico del Vaticano II) e ora che il Sinodo è terminato, in attesa del sunto e delle proposizioni finali (Ottobre 2025), rimane per il nostro futuro la sfida di saper vivere la sinodalità come vera e propria conversione, anche se non è ancora proprio una riforma della Chiesa. “Occorre scalfire un sistema fondato su un asimmetrico rapporto tra autorità e obbedienza , che fa comodo, forse, più a chi obbedisce che a chi comanda.” (Vita Pastorale 05/2025 pag.7)
Buona domenica
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