“Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti
quelli che erano con lui per la pesca (miracolosa) che avevano fatto.”
Pienezza
di libertà è provare stupore difronte l’ignoto, esperienza della pura e forte
alterità oltre le cose, stupore nel provare meraviglia
di sapere di non poter possedere l’altro o meglio il totalmente altro che è Dio
stesso.
Meraviglia è, dunque, sapere di avere a che fare con l’ignoto
indeducibile e irriducibile alla nostra presa, stupore è l’esperienza l’inquietudine
dell’ignoto inafferrabile, è riconoscere che nulla nessuna conoscenza risolve
in sé gli abissi divini ed è quanto la fede chiede alla ragione di rispettare.
Questo “altro” il credente lo vive non soltanto nella forma di un ascolto, atteggiamento intellettuale, ma anche nella preghiera, esperienza “mistica”, perché data dall’alto, alla presenza dell’Altro che viene a noi nella fede. Stupore è stare su quella soglia, dove timore e tremore si uniscono a meraviglia e stupore.
“Signore sei veramente un Dio nascosto.” (Is.45,15)
Domenica XXV T.O. anno A “..nel ritirarlo (il salario per il lavoro fatto) però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il Leggi tutto…
Domenica XXIV T.O. anno A “Tutto ciò che respira dia lode al Signore”. (Sal 150) Nell’Antico Testamento la parola, come avveniva in tutte le culture del Vicino Oriente, non era un semplice alitare, ma una Leggi tutto…
Domenica XXIII T.O. anno A I giovani la sessualità e la coppia. La sessualità è ansia vitale, è aspettativa di vita, è una insaziabile voglia di libertà, di novità, di creatività. Le attese dei giovani Leggi tutto…
Commento domenicale 10/02/2019
Pubblicato da Edoardo Amadio il
Dal Vangelo secondo Luca. (5,1-11)
“Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui per la pesca (miracolosa) che avevano fatto.”
Pienezza di libertà è provare stupore difronte l’ignoto, esperienza della pura e forte alterità oltre le cose, stupore nel provare meraviglia di sapere di non poter possedere l’altro o meglio il totalmente altro che è Dio stesso.
Meraviglia è, dunque, sapere di avere a che fare con l’ignoto indeducibile e irriducibile alla nostra presa, stupore è l’esperienza l’inquietudine dell’ignoto inafferrabile, è riconoscere che nulla nessuna conoscenza risolve in sé gli abissi divini ed è quanto la fede chiede alla ragione di rispettare.
Questo “altro” il credente lo vive non soltanto nella forma di un ascolto, atteggiamento intellettuale, ma anche nella preghiera, esperienza “mistica”, perché data dall’alto, alla presenza dell’Altro che viene a noi nella fede. Stupore è stare su quella soglia, dove timore e tremore si uniscono a meraviglia e stupore.
“Signore sei veramente un Dio nascosto.” (Is.45,15)
Buona Domenica
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