Commento domenicale 11/06/2023

Pubblicato da Edoardo Amadio il

Domenica “Corpus Domini” anno A

“Prendete e mangiatene tutti; questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi.”   (Mt 26.26)

Nel cuore della preghiera eucaristica viene proclamato il racconto dell’Istituzione, che a lungo è stato chiamato dalla tradizione occidentale  “consacrazione”, e ci veniva insegnato che è il racconto dell’Istituzione che opera la consacrazione del pane e del vino. Un  attimo prima non c’è nulla, dopo l’ultima parola c’è tutto, c’è il corpo ed il sangue di Cristo. Potenza quasi magica delle “parole consacratorie”. 

Certo, il racconto dell’Istituzione è importante, ma è opportuno iscriverlo nell’insieme della preghiera eucaristica. Infatti, è la preghiera eucaristica tutta, (lode benedizione e azione di grazie rivolta al Padre che ci ha colmato di ogni bene e poi donato suo Figlio Gesù Cristo) ad essere consacratoria. Inoltre non è per una sorta di virtù magica che queste “parole della consacrazione” renderebbero Gesù presente sull’altare, ma è l’azione dello Spirito Santo, invocato, (epiclesi) che consacra con la “transustanziazione” il pane ed il vino, nel corpo e nel sangue del Signore.

(“LA MESSA IN 50 DOMANDE” -Ed. San Paolo- Michel Wackenheim parroco e responsabile diocesano pastorale liturgica a Strasburgo)        

Cristo è presente con noi soprattutto mediante il suo Spirito. E’ per mezzo dello Spirito Santo che egli opera oggi e sempre nella storia.

Buona domenica

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