“Naaman, capo dell’esercito del re di Siria, era un uomo tenuto in grande stima e onore presso il suo signore, perché per mezzo di lui il Signore aveva reso vittoriosa la Siria; ma quest’uomo, forte e coraggioso, era lebbroso. … Egli dunque partì, prese con sé dieci talenti d’argento, seimila sicli d’oro, e dieci cambi di vestiario..”
(Secondo Libro dei RE cap.5)
E’
una storia che racconta della povertà dell’essere
uomo e di come la salvezza di una vita a volte passa attraverso una profonda
amarezza e umiliazione. Naaman dal piedestallo della sua dignità di vicerè di
Siria si umilia davanti ad un servo perché il profeta che lo dovrebbe guarire
nemmeno lo riceve. Si rende conto che i dieci talenti d’argento e l’oro non gli
servono a nulla e dall’orgoglio della sua posizione con un atto di vera
conversione arriva alla luce della verità e della gioia. “Ora so che non c’è Dio su tutta la terra se
non in Israele..”
Il benessere dell’uomo contemporaneo che sa tutto sui cibi e sui vestiti, sulle mode e sui consumi, non è più in grado di porsi le domande autenticamente “religiose” che artigliano la coscienza, non sa più scoprire il senso della vita, le radici dell’essere, la via del bene e quella del male, la meta dell’esistenza. Conosce il prezzo di tutto ma ignora il valore vero del bene. Abbiamo bisogno anche noi di scendere dal nostro piedestallo per lasciarci interrogare dalla vita, per riconoscere nei valori autenticamente cristiani la luce, la verità e la gioia della vita.
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Commento domenicale 13/10/2019
Pubblicato da Edoardo Amadio il
Domenica XXVIII T.O. anno C.
“Naaman, capo dell’esercito del re di Siria, era un uomo tenuto in grande stima e onore presso il suo signore, perché per mezzo di lui il Signore aveva reso vittoriosa la Siria; ma quest’uomo, forte e coraggioso, era lebbroso. … Egli dunque partì, prese con sé dieci talenti d’argento, seimila sicli d’oro, e dieci cambi di vestiario..”
(Secondo Libro dei RE cap.5)
E’ una storia che racconta della povertà dell’essere uomo e di come la salvezza di una vita a volte passa attraverso una profonda amarezza e umiliazione. Naaman dal piedestallo della sua dignità di vicerè di Siria si umilia davanti ad un servo perché il profeta che lo dovrebbe guarire nemmeno lo riceve. Si rende conto che i dieci talenti d’argento e l’oro non gli servono a nulla e dall’orgoglio della sua posizione con un atto di vera conversione arriva alla luce della verità e della gioia. “Ora so che non c’è Dio su tutta la terra se non in Israele..”
Il benessere dell’uomo contemporaneo che sa tutto sui cibi e sui vestiti, sulle mode e sui consumi, non è più in grado di porsi le domande autenticamente “religiose” che artigliano la coscienza, non sa più scoprire il senso della vita, le radici dell’essere, la via del bene e quella del male, la meta dell’esistenza. Conosce il prezzo di tutto ma ignora il valore vero del bene. Abbiamo bisogno anche noi di scendere dal nostro piedestallo per lasciarci interrogare dalla vita, per riconoscere nei valori autenticamente cristiani la luce, la verità e la gioia della vita.
Buona domenica.
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