Commento domenicale 16/10/2022

Pubblicato da Edoardo Amadio il

Domenica XXIX T.O. C

“In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: ”In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente ad importunarmi”.   

(Lc 18,1-8)

Da sempre noi cristiani leggiamo i Vangeli affidandoci per l’interpretazione al buon senso e alla razionalità, non tenendo conto che quello che dobbiamo credere è quello che voleva dirci Gesù con quelle parole, con quel discorso o parabola. Oggi di certo non voleva dirci di insistere oltremodo nel pregare che poi verremo esauditi. Il messaggio di Gesù è più sottile, e noi non dobbiamo impegnare la ragione nella preghiera per anticipare la “volontà del Signore”, non dobbiamo avere l’arroganza di pensare cosa e come si comporta la “volontà di Dio”, immaginando che esista una unica razionalità a cui tutto e tutti e Dio stesso debbano sottostare.

Dice il Signore:
“I miei pensieri non sono come i vostri
e le mie azioni sono diverse dalle vostre.
9I miei pensieri e i vostri,
il mio modo di agire e il vostro
sono distanti tra loro
come il cielo è lontano dalla terra.” (Is 55,8)

L’insegnamento di oggi è che dobbiamo pregare, sempre, e qualcosa sempre succede. Succede che resto in comunione col Signore, che sento la sua presenza viva e respiro con lui che condivide la mia vita.

La vita è bella, diceva Etty Hillesum, che pregava ogni giorno il Signore chiedendo di non lasciarla abbandonare al risentimento e all’odio, e, nel cercare di dare amore attorno a sé cercava di aiutare Dio stesso a difendere la sua casa in noi, perché Dio nulla poteva per modificare quella realtà di orrore. Con la preghiera Etty ha salvato lo scorcio di vita che gli uomini le hanno lasciato da vivere e ci ha dato una profonda lezione di spiritualità e umanità.

Buona domenica

Etty Hillesum, giovane ebrea, poi convertitasi al cristianesimo; è morta a 29 anni ad Auschwitz, nel mezzo dell’assurdità del male. Ci ha lasciato un diario. (Diario 1941-1943, Adelphi Milano 1996).

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