Commento domenicale 19/11/2023

Pubblicato da Edoardo Amadio il

Domenica XXXIII  T.O.  anno A

A differenza di ogni cosa o animale creati prima dell’uomo, questi è a immagine (s.élem) e somiglianza (1,27a) di Elohim, al modo in cui nella letteratura accadica il re era visto come la precisa immagine (s.almu) di un dio. Detto ciò, l’autore sacro sottolinea la differenza che caratterizza questi nuovi esseri sul piano sessuale, li benedice e li invita alla fertilità, perché possano moltiplicarsi, riempire la terra e dominare tutti gli animali. Dopo aver dato all’uomo il cibo – lo stesso cibo che fornisce agli animali – Elohim contempla quanto ha fatto, lo giudica «molto» buono, e il giorno ha termine.

La creazione umana è straordinaria; creando un uomo, si trattava di creare in una creatura due creature. Erano due in una sola. E non si parla della donna. Che cos’è l’umano? Il fatto, per un essere, di essere due pur essendo uno. Una divisione, una lacerazione in seno alla sua sostanza, o, semplicemente, la coscienza e la scelta: l’esistenza al bivio, tra due possibilità, tra due tendenze che si escludono o si oppongono. Coscienza e libertà sarebbero la definizione dell’uomo; in breve, la ragione. E’ una visione realistica, che tenta cioè di dare ragione della complessità di tutta la realtà creata: «nessuna differenziazione sessuale è rilevata a proposito degli animali. La sessualità umana è di ordine completamente differente da quella degli animali». La differenza sessuale nell’uomo svolge dunque non solo una funzione che permetta la moltiplicazione e la sopravvivenza della specie – che pure è importante, in quanto prevista tra i compiti umani in 1,28 – ma è una differenza anzitutto di tipo relazionale, in quanto sembra permettere all’uomo di riconoscersi come tale, nella sua identità personale, e diverso dalle altre creature.

Il corpo dell’uomo può esistere solo se differenziato, e tale differenza segna profondamente l’identità personale: nel rapporto io/tu con la donna è possibile per Adamo la coscienza della propria alterità, e così abbandonare i propri genitori, superando la relazione filiale, e «stringersi» alla sua donna (Gen 2,24), per diventare con essa una cosa sola.

Buona domenica

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