Commento domenicale 21/10/2018

Pubblicato da Edoardo Amadio il

XXIX Domenica T.O. ANNO B

Gesù disse loro: “Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano sui di esse e i loro capi le opprimono. Tra di voi non è così: ma chi vuole diventare grande tra di voi sia servitore e chi vuol essere il primo di voi sia schiavo di tutti”.
(Gv.6,1-15)

Papa Francesco nella sua “lettera al popolo di Dio” dell’Agosto scorso parla del clericalismo che non solo annulla la personalità dei cristiani, ma tende anche a sminuire e a sottovalutare la grazia battesimale che lo Spirito Santo ha posto nel cuore della nostra gente, la Chiesa.
Per comprendere meglio le parole di Papa Francesco oggi c’interroghiamo: cos’è la Chiesa?
Con la mente ritorniamo all’ultima cena del Signore, nel cenacolo. Gli apostoli costituivano una comunità conviviale con Cristo e rappresentavano il primo nucleo ecclesiale e a loro, prima Chiesa, Cristo affidava il suo dono. La prospettiva non è quella di un ministro che fa l’eucarestia, associando l’assemblea, piuttosto quella di una ecclesia quale corpo di Cristo che fa l’Eucarestia. Quella sera, inizio della Chiesa, è pure l’inizio di quello che siamo noi, tutt’uno con Cristo, Chiesa che non vive di un passato ormai scomparso, ma rappresenta la presenza realizzata una volta per sempre in un continuum senza fine.
Chiesa quindi tutti noi, “populus celebrans” come definito dal Vaticano secondo, tutti con un unico dovere liturgico e missionario di insegnare e trasmettere la fede: ognuno con i propri carismi, ruoli e ministeri.

Buona domenica

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