“Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe …”
I
romani dicevano che il nome è un “presagio” quasi che il nome traesse la sua
verità dalla realtà.
Il
nostro commento domenicale sulle “parole” umane, che esprimono la Parola
divina, si fissa oggi proprio sui nomi che costellano il Vangelo della liturgia
odierna. (Matteo 1,18-24)
Si inizia con Maria che in passato ha avuto decine di spiegazioni. Una etimologia fa risalire il nome Maria sull’egizio “meri” che significa “bello”, ma il bello egizio o mesopotamico a cui attinge la cultura ebrea, non è il bello classico greco, la perfezione della forma.
C’è una seconda parola egizia che indica bello ed è la parola “nefer” (famosa era la principessa Nefertiti per la sua bellezza) e la stessa parola “nefer” sta a indicare la parte del corpo che va dai polmoni fino alla gola cioè la parte che .. respira, quasi a voler indicare che bello è il respiro: la vita.
Maria
quindi “bella” perché legata con la vita, quella vita che proprio lei ha dato
al creatore della vita, al suo stesso creatore come disse Dante: “figlia del tuo figlio” e ancora “tu sé colei che l’umana natura nobilitasti
sì, che ‘l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura”.
IV Domenica dopo Pasqua -anno B In quel tempo, Gesù disse: “Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore”. (Gv 10, 11-18) Questa Domenica è chiamata “La Domenica Leggi tutto…
II Domenica di Pasqua 2024 – Anno B. Valore teologico della “lettura”. “Celebrans et ministri, clerus et populus sedentes auscultant.” Questa norma uscita nel 1955 ebbe una larga risonanza nel mondo dei liturgisti e così Leggi tutto…
PASQUA 2024 “Questo è il mio corpo… questo è il calice del mio sangue”. “Come ad offrire nutrimento al corpo è l’atto di mangiare del pane e non semplicemente guardarlo, nello stesso modo occorre che Leggi tutto…
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Commento domenicale 22/12/2019
Pubblicato da Edoardo Amadio il
IV DOMENICA DI AVVENTO anno A
“Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe …”
I romani dicevano che il nome è un “presagio” quasi che il nome traesse la sua verità dalla realtà.
Il nostro commento domenicale sulle “parole” umane, che esprimono la Parola divina, si fissa oggi proprio sui nomi che costellano il Vangelo della liturgia odierna. (Matteo 1,18-24)
Si inizia con Maria che in passato ha avuto decine di spiegazioni. Una etimologia fa risalire il nome Maria sull’egizio “meri” che significa “bello”, ma il bello egizio o mesopotamico a cui attinge la cultura ebrea, non è il bello classico greco, la perfezione della forma.
C’è una seconda parola egizia che indica bello ed è la parola “nefer” (famosa era la principessa Nefertiti per la sua bellezza) e la stessa parola “nefer” sta a indicare la parte del corpo che va dai polmoni fino alla gola cioè la parte che .. respira, quasi a voler indicare che bello è il respiro: la vita.
Maria quindi “bella” perché legata con la vita, quella vita che proprio lei ha dato al creatore della vita, al suo stesso creatore come disse Dante: “figlia del tuo figlio” e ancora “tu sé colei che l’umana natura nobilitasti sì, che ‘l suo fattore non disdegnò di farsi sua fattura”.
Buona Domenica
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