Nel cuore della Messa o meglio della preghiera
eucaristica viene proclamato il racconto dell’Istituzione: “Nella notte in cui fu tradito, egli prese il
pane… dopo la cena allo stesso modo, prese il calice..”. Questo momento a
lungo è stato chiamato “consacrazione” ed era questo racconto che opera la
consacrazione, la transustanziazione, potenza quasi magica delle “parole
consacratorie, per diventare presenza reale di Cristo ” .
Il concetto di “reale” sta a significare che lo è
indipendentemente da tutto. E’ reale e basta non condizionato a nulla .. è un
po’ forte come affermazione, che vorrebbe anche dire “indipendentemente dalla
fede”.
Certo il racconto dell’Istituzione è importante, ma è
opportuno iscriverlo nell’insieme della preghiera eucaristica che è lode e
benedizione; è la preghiera eucaristica tutta ad essere consacratoria, come possiamo
dire che tutta la Messa è un momento sacramentale di discesa di grazia.
Ma
se non c’è sacramento senza la fede (anche l’Eucarestia, istituita nell’ultima
cena di Gesù con i suoi discepoli, nasce in una piena atmosfera di fede) allora
mi piace pensare che è proprio quel mio “amen” al momento del dono
dell’Eucarestia dopo le parole del sacerdote “Corpo di Cristo” ad essere fonte
della pienezza dei doni dell’Eucarestia. Dice San Paolo che la fede aumenta la
grazia dell’Eucarestia.
Domenica XXV T.O. anno A “..nel ritirarlo (il salario per il lavoro fatto) però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il Leggi tutto…
Domenica XXIV T.O. anno A “Tutto ciò che respira dia lode al Signore”. (Sal 150) Nell’Antico Testamento la parola, come avveniva in tutte le culture del Vicino Oriente, non era un semplice alitare, ma una Leggi tutto…
Domenica XXIII T.O. anno A I giovani la sessualità e la coppia. La sessualità è ansia vitale, è aspettativa di vita, è una insaziabile voglia di libertà, di novità, di creatività. Le attese dei giovani Leggi tutto…
Commento domenicale 23/06/2019
Pubblicato da Edoardo Amadio il
SS. CORPO E SANGUE DI CRISTO
“Prendete e mangiate questo è il mio corpo.. “
Nel cuore della Messa o meglio della preghiera eucaristica viene proclamato il racconto dell’Istituzione: “Nella notte in cui fu tradito, egli prese il pane… dopo la cena allo stesso modo, prese il calice..”. Questo momento a lungo è stato chiamato “consacrazione” ed era questo racconto che opera la consacrazione, la transustanziazione, potenza quasi magica delle “parole consacratorie, per diventare presenza reale di Cristo ” .
Il concetto di “reale” sta a significare che lo è indipendentemente da tutto. E’ reale e basta non condizionato a nulla .. è un po’ forte come affermazione, che vorrebbe anche dire “indipendentemente dalla fede”.
Certo il racconto dell’Istituzione è importante, ma è opportuno iscriverlo nell’insieme della preghiera eucaristica che è lode e benedizione; è la preghiera eucaristica tutta ad essere consacratoria, come possiamo dire che tutta la Messa è un momento sacramentale di discesa di grazia.
Ma se non c’è sacramento senza la fede (anche l’Eucarestia, istituita nell’ultima cena di Gesù con i suoi discepoli, nasce in una piena atmosfera di fede) allora mi piace pensare che è proprio quel mio “amen” al momento del dono dell’Eucarestia dopo le parole del sacerdote “Corpo di Cristo” ad essere fonte della pienezza dei doni dell’Eucarestia. Dice San Paolo che la fede aumenta la grazia dell’Eucarestia.
Buona domenica
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