Nel cuore della Messa o meglio della preghiera
eucaristica viene proclamato il racconto dell’Istituzione: “Nella notte in cui fu tradito, egli prese il
pane… dopo la cena allo stesso modo, prese il calice..”. Questo momento a
lungo è stato chiamato “consacrazione” ed era questo racconto che opera la
consacrazione, la transustanziazione, potenza quasi magica delle “parole
consacratorie, per diventare presenza reale di Cristo ” .
Il concetto di “reale” sta a significare che lo è
indipendentemente da tutto. E’ reale e basta non condizionato a nulla .. è un
po’ forte come affermazione, che vorrebbe anche dire “indipendentemente dalla
fede”.
Certo il racconto dell’Istituzione è importante, ma è
opportuno iscriverlo nell’insieme della preghiera eucaristica che è lode e
benedizione; è la preghiera eucaristica tutta ad essere consacratoria, come possiamo
dire che tutta la Messa è un momento sacramentale di discesa di grazia.
Ma
se non c’è sacramento senza la fede (anche l’Eucarestia, istituita nell’ultima
cena di Gesù con i suoi discepoli, nasce in una piena atmosfera di fede) allora
mi piace pensare che è proprio quel mio “amen” al momento del dono
dell’Eucarestia dopo le parole del sacerdote “Corpo di Cristo” ad essere fonte
della pienezza dei doni dell’Eucarestia. Dice San Paolo che la fede aumenta la
grazia dell’Eucarestia.
IV Domenica dopo Pasqua -anno B In quel tempo, Gesù disse: “Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore”. (Gv 10, 11-18) Questa Domenica è chiamata “La Domenica Leggi tutto…
II Domenica di Pasqua 2024 – Anno B. Valore teologico della “lettura”. “Celebrans et ministri, clerus et populus sedentes auscultant.” Questa norma uscita nel 1955 ebbe una larga risonanza nel mondo dei liturgisti e così Leggi tutto…
PASQUA 2024 “Questo è il mio corpo… questo è il calice del mio sangue”. “Come ad offrire nutrimento al corpo è l’atto di mangiare del pane e non semplicemente guardarlo, nello stesso modo occorre che Leggi tutto…
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Commento domenicale 23/06/2019
Pubblicato da Edoardo Amadio il
SS. CORPO E SANGUE DI CRISTO
“Prendete e mangiate questo è il mio corpo.. “
Nel cuore della Messa o meglio della preghiera eucaristica viene proclamato il racconto dell’Istituzione: “Nella notte in cui fu tradito, egli prese il pane… dopo la cena allo stesso modo, prese il calice..”. Questo momento a lungo è stato chiamato “consacrazione” ed era questo racconto che opera la consacrazione, la transustanziazione, potenza quasi magica delle “parole consacratorie, per diventare presenza reale di Cristo ” .
Il concetto di “reale” sta a significare che lo è indipendentemente da tutto. E’ reale e basta non condizionato a nulla .. è un po’ forte come affermazione, che vorrebbe anche dire “indipendentemente dalla fede”.
Certo il racconto dell’Istituzione è importante, ma è opportuno iscriverlo nell’insieme della preghiera eucaristica che è lode e benedizione; è la preghiera eucaristica tutta ad essere consacratoria, come possiamo dire che tutta la Messa è un momento sacramentale di discesa di grazia.
Ma se non c’è sacramento senza la fede (anche l’Eucarestia, istituita nell’ultima cena di Gesù con i suoi discepoli, nasce in una piena atmosfera di fede) allora mi piace pensare che è proprio quel mio “amen” al momento del dono dell’Eucarestia dopo le parole del sacerdote “Corpo di Cristo” ad essere fonte della pienezza dei doni dell’Eucarestia. Dice San Paolo che la fede aumenta la grazia dell’Eucarestia.
Buona domenica
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