Commento domenicale 24/04/2022

Pubblicato da Edoardo Amadio il

II Domenica di Pasqua o della Divina Misericordia – anno C

“Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati.”   (Gv 20,19-31)

Nel Vangelo di oggi leggiamo che il perdono dei peccati non è una cosa automatica, scontata, personale o un affare di coscienza, ma l’assoluzione passa attraverso il giudizio della Chiesa. E’ il fondamento della “Confessione” o meglio del sacramento della “Riconciliazione” a cui il mondo cristiano si è ormai disabituato e sale sempre più la domanda: “Non è possibile ottenere il perdono di Dio senza la confessione?”. L’ultimo tentativo di far rivivere il sacramento fu quello di Giovanni Paolo II con la “Misericordia Dei” del 2002, ma dobbiamo aspettare altri tempi per rivedere i fedeli accostarsi alla confessione con desiderio e volontà. A soffrire di abbandono non è però la sola disciplina penitenziale, ma è la religione cristiana tutta o meglio tutte le religioni.

L’uomo moderno nel pieno della secolarizzazione, che lo porta a negare la fondamentale dimensione religiosa e verticale del peccato, non sente più il senso di Dio quindi il significato e la necessità della penitenza. La coscienza individuale svanisce di fronte alla coscienza collettiva e con il “così fan tutti” si vuole negare ogni responsabilità morale: se la colpa del male è della natura, della cultura, della società o delle strutture, cioè di tutti, non è nemmeno una colpa.    

Oggi abbiamo tra i “teologi” posizioni diverse sulla “norma” della confessione, alcuni sono rimasti al canone romano, altri più possibilisti, favorevoli ad allargare la “terza formula della confessione” quella detta “comunitaria” prevista in casi diciamo eccezionali, come in questi ultimi due anni con la pandemia.

Abbiamo bisogno di un nuovo “Motu proprio” o meglio di una revisione del sacramento della Riconciliazione magari nel prossimo sinodo del 2023? Lasciamo a chi di competenza la risposta, a noi  rimane ancora il dovere della confessione individuale, se siamo in peccato mortale, cioè quel peccato con cui ci siamo esclusi dalla Chiesa, popolo di Dio e corpo di Cristo, e come sta scritto nel vangelo di oggi per rientrare occorre passare attraverso il perdono della Chiesa con la confessione individuale davanti ad un sacerdote.

Buona domenica

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