E’ sempre la fede che concretizza un sacramento e mi piace pensare nel ricevere l’Eucarestia a quell’AMEN detto all’affermazione del ministro: “Corpo di Cristo” e noi con le mani a formare un trono o una culla per accoglierlo degnamente.
Quella sera Gesù si trovava in un luogo appartato coi suoi discepoli, gli apostoli, ed era stato chiaro fin dalle prime parole di Gesù che si trattava di una sera particolare, importante, l’atmosfera era densa di presagi. Tra loro si era creata un’aria di attesa di emotività di relazione intima. E’ in questa relazione di comunione di pensieri, di affettività, che nasce l’Eucarestia: anche nel silenzio quanti AMEN “credo” hanno detto gli apostoli che vedevano ascoltavano e toccavano con le mani Gesù. E’ in questo momento che Gesù dice “fate questo in memoria di me” che dice: “questo è il mio corpo, questo è il mio sangue” questa è la mia vita per sempre per voi: fuori da quella stanza non c’era eucarestia.
Se anche noi non ripetiamo, con quell’AMEN, quella relazione con Gesù, che hanno vissuto gli apostoli quella sera, se non riviviamo quella intimità di fede del giovedì santo, dell’Eucarestia ci rimane solo il pane.
Buona domenica
SANTISSIMA TRINITA’ Anno A Il mistero della croce è anche un mistero teologico trinitario. “Egli (il Padre) che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse Leggi tutto…
PENTECOSTE anno A Lo Spirito che rinnova il mondo. Si legge ancora troppo spesso, su riviste “pastorali” o nei commenti sulla “Genesi”, che siamo usciti dalla mano del Creatore che eravamo cosa ‘molto buona’, citando Leggi tutto…
ASCENSIONE del Signore, anno A “In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.” (Mt 28,16-20) Siamo alla fine della Leggi tutto…
Commento domenicale 25/03/2018
Pubblicato da Edoardo Amadio il
Giovedì santo: istituzione dell’Eucarestia
E’ sempre la fede che concretizza un sacramento e mi piace pensare nel ricevere l’Eucarestia a quell’AMEN detto all’affermazione del ministro: “Corpo di Cristo” e noi con le mani a formare un trono o una culla per accoglierlo degnamente.
Quella sera Gesù si trovava in un luogo appartato coi suoi discepoli, gli apostoli, ed era stato chiaro fin dalle prime parole di Gesù che si trattava di una sera particolare, importante, l’atmosfera era densa di presagi. Tra loro si era creata un’aria di attesa di emotività di relazione intima. E’ in questa relazione di comunione di pensieri, di affettività, che nasce l’Eucarestia: anche nel silenzio quanti AMEN “credo” hanno detto gli apostoli che vedevano ascoltavano e toccavano con le mani Gesù. E’ in questo momento che Gesù dice “fate questo in memoria di me” che dice: “questo è il mio corpo, questo è il mio sangue” questa è la mia vita per sempre per voi: fuori da quella stanza non c’era eucarestia.
Se anche noi non ripetiamo, con quell’AMEN, quella relazione con Gesù, che hanno vissuto gli apostoli quella sera, se non riviviamo quella intimità di fede del giovedì santo, dell’Eucarestia ci rimane solo il pane.
Buona domenica
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ASCENSIONE del Signore, anno A “In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.” (Mt 28,16-20) Siamo alla fine della Leggi tutto…