E’ sempre la fede che concretizza un sacramento e mi piace pensare nel ricevere l’Eucarestia a quell’AMEN detto all’affermazione del ministro: “Corpo di Cristo” e noi con le mani a formare un trono o una culla per accoglierlo degnamente.
Quella sera Gesù si trovava in un luogo appartato coi suoi discepoli, gli apostoli, ed era stato chiaro fin dalle prime parole di Gesù che si trattava di una sera particolare, importante, l’atmosfera era densa di presagi. Tra loro si era creata un’aria di attesa di emotività di relazione intima. E’ in questa relazione di comunione di pensieri, di affettività, che nasce l’Eucarestia: anche nel silenzio quanti AMEN “credo” hanno detto gli apostoli che vedevano ascoltavano e toccavano con le mani Gesù. E’ in questo momento che Gesù dice “fate questo in memoria di me” che dice: “questo è il mio corpo, questo è il mio sangue” questa è la mia vita per sempre per voi: fuori da quella stanza non c’era eucarestia.
Se anche noi non ripetiamo, con quell’AMEN, quella relazione con Gesù, che hanno vissuto gli apostoli quella sera, se non riviviamo quella intimità di fede del giovedì santo, dell’Eucarestia ci rimane solo il pane.
Buona domenica
Domenica XXVI T. O. anno A “Un uomo aveva due figli; rivoltosi al primo disse: Figlio và oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: Sì, signore, ma non andò. Rivoltosi al secondo gli disse Leggi tutto…
Domenica XXV T.O. anno A “..nel ritirarlo (il salario per il lavoro fatto) però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il Leggi tutto…
Domenica XXIV T.O. anno A “Tutto ciò che respira dia lode al Signore”. (Sal 150) Nell’Antico Testamento la parola, come avveniva in tutte le culture del Vicino Oriente, non era un semplice alitare, ma una Leggi tutto…
Commento domenicale 25/03/2018
Pubblicato da Edoardo Amadio il
Giovedì santo: istituzione dell’Eucarestia
E’ sempre la fede che concretizza un sacramento e mi piace pensare nel ricevere l’Eucarestia a quell’AMEN detto all’affermazione del ministro: “Corpo di Cristo” e noi con le mani a formare un trono o una culla per accoglierlo degnamente.
Quella sera Gesù si trovava in un luogo appartato coi suoi discepoli, gli apostoli, ed era stato chiaro fin dalle prime parole di Gesù che si trattava di una sera particolare, importante, l’atmosfera era densa di presagi. Tra loro si era creata un’aria di attesa di emotività di relazione intima. E’ in questa relazione di comunione di pensieri, di affettività, che nasce l’Eucarestia: anche nel silenzio quanti AMEN “credo” hanno detto gli apostoli che vedevano ascoltavano e toccavano con le mani Gesù. E’ in questo momento che Gesù dice “fate questo in memoria di me” che dice: “questo è il mio corpo, questo è il mio sangue” questa è la mia vita per sempre per voi: fuori da quella stanza non c’era eucarestia.
Se anche noi non ripetiamo, con quell’AMEN, quella relazione con Gesù, che hanno vissuto gli apostoli quella sera, se non riviviamo quella intimità di fede del giovedì santo, dell’Eucarestia ci rimane solo il pane.
Buona domenica
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