Commento domenicale 28/09/2025
28/09/2025 XXVI Domenica T.O. anno C
“Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli accanto ad Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto.” (Lc 16,19-31)
Un giorno morì il povero Lazzaro morì e anche il ricco epulone. O poveri o ricchi il destino comune che non possiamo evitare è la morte. Non possiamo nemmeno sperare che ci vada meglio in futuro.
Se possiamo comprarci quasi tutto sulla terra, non abbiamo però accesso a comprarci le cose del cielo, almeno con l’economia.
E qui cadono tutte le difese, tutte le cariche, tutti gli inganni, il teatro della vita e avviene un ribaltamento dei destini, dirà Gesù: “Beati i poveri perché vostro è il regno di Dio” e ancora, “Guai voi ricchi perché avete già avuto la vostra consolazione”.
Per fortuna che per noi il “grande abisso” non è già scavato sotto i nostri piedi e possiamo “rinunciare” con sincerità di coscienza a quella violenza e prepotenza della ricchezza per cui Gesù disse: “E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel regno di Dio” (Mt 19,24). La morale cristiana però a ben vedere non ci chiede poi molto per ritrovare in noi la vocazione cristiana al distacco, alla generosità, al donare. In un altro passo Gesù ci dice: “E chi avrà dato anche solo un bicchiere d’acqua fresca, ..in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa.” (MT 10,37-42)
Leggiamo ancora nel Vangelo di oggi: “Hanno Mosè e i profeti, ascoltino loro”, vale anche oggi per noi, ascoltiamoli, non si sa mai e pensiamo che si è salvato anche Zaccheo che era il capo dei pubblicani. Rimangano però archetipi le parole di Agur figlio di Iake, (Proverbi 30,7-9): “Signore io ti domando due cose, non negarmele prima che io muoia: non darmi né povertà né ricchezza, ma fammi avere il cibo necessario, perché, una volta sazio, io non ti rinneghi e dica: “Chi è il Signore?” oppure, ridotto all’indigenza, non rubi e profani il nome di Dio.”
Buona Domenica

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