Assunzione della Beata Vergine Maria

Pubblicato da emme il

Martedì 15 agosto 2023 – 1Cr + Ap + Luca 1,39-56

Arca dell’alleanza, o della testimonianza, o arca di Dio. È la prima lettura della messa vespertina della solennità dell’Assunzione che ne parla. Ma perché? Perché Maria, nella tradizione, è detta appunto Arca dell’alleanza, lo si ripete anche nelle litanie lauretane. Non ho cercato con cura ma già san Giovanni Damasceno, padre della chiesa del settimo secolo, ne scriveva in una sua omelia. L’arca è in realtà una cassa che può contenere i morti, come del denaro. Diventerà nel tempo dell’esodo, nel deserto, ciò che custodisce al suo interno gli oggetti più significativi di quell’esperienza: le tavole della legge, la manna, il bastone fiorito di Aronne. Memorie di un passaggio faticoso. E perché la memoria non si dilegui, non si offuschi, l’Arca tiene compagnia ad un popolo in viaggio. È la memoria della presenza fedele di Dio che c’è, che continua ad esserci, ad accompagnare il viaggio travagliato dell’uomo. Maria è l’arca di Dio, è colei che custodisce la presenza, è la donna che resta in viaggio con i credenti di ogni tempo per essere la memoria di un Dio che c’è, che continua a tenerci compagnia. Nell’anno liturgico la festa dell’Assunzione potrebbe dirci tra l’altro che questo compito è trasferito a noi. Se l’Ascensione del Signore inaugura con la Pentecoste il tempo della Chiesa, l’Assunzione è l’evento che nella fede leggiamo come invito ad essere nella storia l’arca che continua a permettere a Dio di abitare il mondo, così come Maria. Lei resta l’icona di questa vocazione che può diventare missione per ogni uomo e donna che non rinuncia a custodire la presenza per generarla dentro il frangente che ciascun discepolo vive. L’onore che tributiamo a Maria, lo stesso che il re Davide ha tributato all’arca dell’alleanza, è l’onore che dovremmo saper tributare ad ogni vita perché capace di vangelo. Anche il passo di Apocalisse ci affida lo stesso segno. Nel cielo il tempio e nel tempio l’arca dell’alleanza, una donna vestita di sole. Chi studia la Bibbia non ravvisa Maria in quella figura femminile quanto piuttosto la chiesa o le chiese sparse nell’Asia Minore e nel drago rosso la minaccia dei poteri che intendo far tacere ogni vagito di vangelo. E’ il drago che ancora oggi minaccia di divorare tutto il buono di cui siamo potenzialmente capaci. Come Maria, affrontiamo il rischio di generare quel meglio che il vangelo ha fatto attecchire in noi, sussulti nella vita di ciascuno la presenza di Colui che intende abitare la storia, oggi la nostra. Libereremo anche noi il nostro canto, come Davide, come Maria, e diremo ciò che il mondo non vuole sentire, ciò che infastidisce gli orecchi di tanti, ciò che disturba. Le parole di Maria hanno graffiato con la loro forza, anche le nostre graffino e scalfiscono in primis la superficie delle nostre addormentate vite.


0 commenti

Lascia un commento

Segnaposto per l'avatar

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *