Domenica 21 marzo 2021 – 5^ di Quaresima B – Giovanni 12,20-33

Pubblicato da emme il

Vogliamo vedere Gesù. Ma che Gesù vogliamo vedere? Un sacco di volte nei vangeli Gesù chiede silenzio a coloro che fanno esperienza della sua potenza, a coloro che vengono guariti grazie al suo intervento. Faccio un solo esempio: “Badate che nessuno lo sappia” dirà, nel vangelo di Matteo, ai due ciechi dopo averli guariti. Cos’è? L’umiltà di Gesù? Vuol forse contenere il rischio di montare in superbia? Quel silenzio che tecnicamente gli esegeti chiamano ‘messianico’ è il modo per aiutarci ad andare incontro alla verità piena. Cos’è Gesù? Un potente taumaturgo? Il migliore dei guaritori? Anche gli uomini e le donne del nostro tempo, pur così secolarizzati, continuano a rincorrerli e vieni a sapere, dai racconti della gente, che il tale ha fatto visita a quel guru, il tal altro ad un certo guaritore. Per non passare alle categorie dei santoni, dei maghi, dei visionari, dei mistici, dei cartomanti, dei medium e chi più ne ha più ne metta. Un Gesù così forse ci piacerebbe di più, uno che risolve le nostre grane e magari in fretta. Ma il Gesù dei vangeli è qualcos’altro. È uno che muore ucciso per le cose scomode che dice e per quelle altrettanto sconvenienti che fa. Volete vedere Gesù? Contemplatelo in un seme gettato nella terra che morendo porta frutto. Contemplatelo sulla croce dove torna ad essere innalzato, su quell’albero dove pende come frutto che si lascia cogliere dalla mano di ogni Adamo, di ogni Eva. Tranquilli, noi non vogliamo vedere Gesù. Se vedessimo Gesù lo uccideremmo di nuovo, stavolta noi, perché non andrebbe bene neppure a noi quello che fa e quello che dice. Ho la netta impressione, anche per le recenti prese di posizione, che la stessa chiesa a volte ci offra un Gesù diverso da quello dei vangeli. Neppure la chiesa, e con chiesa intendo i cristiani di oggi, come il potere religioso del tempo in cui visse Gesù, riesce a sostenere lo sguardo davanti all’innalzato e distoglie gli occhi cercandolo altrove. Ma Gesù è colui che rivela la sua gloria nei passi di un servo che alza la polvere da terra intento com’è a prendersi cura dell’umano di tutti. Se Gesù ha pregato e supplicato, gridato e pianto… per cosa l’ha fatto? Per quale gloria ha patito? Per quella che salva dalla morte e offre a tutti la vita con abbondanza. Il Gesù da vedere è quello che stavolta sale sul sicomoro, al posto di Zaccheo per cercare di vederci e incrociare gli occhi di tutti, per tentare di mettersi alla nostra tavola per benedire la vita per quel che riusciamo a farne a partire da quel che siamo. La legge con cui far funzionare la vita è quella che Dio ci scrive nel cuore non quella che abbiamo fissato nelle pietre perché fosse eterna e intoccabile. Vedere Gesù significa anche riscrivere la Legge perchè tentiamo di capire sempre meglio chi sia il Dio di Gesù invece di adeguarlo a noi, alle nostre misure, alle nostre idee, alle nostre convenienze. Può essere sconvolgente vedere Gesù, io vorrei vederti davvero e vorrei essere capace di cambiare testa e cuore a partire da quello che vedo.


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