Domenica 3 dicembre 2023 – I di Avvento B – Marco 13,33-37

Pubblicato da emme il

Compiti da fare, faccende da sbrigare, scadenze da rispettare, impegni da portare a termine, incombenze da assolvere, mansioni da espletare, obblighi da mantenere, doveri da ottemperare. La vita ci domanda di stare svegli, di non dormire perché vivere significa pagare l’IMU entro il 16 di dicembre, risentire tutti per l’uscita dei giovanissimi sul Grappa, ricontattare Diego per l’incontro di mercoledì sera, collegarsi on line con i responsabili del Festival Biblico, ricordarsi del Clan che è in settimana di convivenza dalle suore in Via Beata Giovanna, partecipare giovedì al Consiglio Presbiterale a Villa San Carlo, ricordarsi di battezzare Giulia, farsi trovare all’incontro con Luca che a febbraio si sposa, organizzarsi per esserci alla cerimonia di partenza di Leonardo, ricordare ad Assan di partire in tempo per il corso del muletto. Questo è ciò su cui mi affaccio in questa settimana che si apre, sono le cose da fare, alle quali se ne sommeranno tante altre che colmeranno e faranno traboccare le ore e i giorni. E chissà le vostre giornate di quante cose saranno fatte, per qualcuno forse troppe tanto da non riuscire a farcele stare dentro le ventiquattro ore. Ma vegliare, parola che nel vangelo torna tre volte, è questo? È fare le cose che abbiamo scritto in agenda e aggiungervi quelle che arriveranno alla spicciolata una dopo l’altra? Sta sveglio perché in tutto quello che farai celebrerai l’incontro con qualcuno. Ci sono cose da fare, cose che ci tocca fare, ma facendole scioglici dentro la tua umanità, sì perché sicuramente le fai per qualcuno o con qualcuno. Veglio e sto sveglio per non essere preso in castagna? Perché altrimenti non mi ritengono all’altezza? Perché rischio di perdere punti? Perché se no non sono nessuno? Sta sveglio perché non puoi permetterti che ti scivoli addosso la vita con tutte le sue opportunità. Vivere non è assaporare i vantaggi o le implicanze di un ruolo quanto piuttosto non farsi scappare neanche un frammento della bellezza dell’umano che ti passa fra le mani. Svegli per questo, non per altro. Vorrei saper vivere così, calato dentro la vita e non sospeso sulla vita, interprete incontestabile e impeccabile di un ruolo. Chi sono? Quello che faccio? o piuttosto attraverso quello che faccio divento l’incrocio, il crogiuolo di tutta la bellezza che è in circolo? Che ci abiti la passione per vivere così. Chi si addormenta se vivere è questo? Buon avvento, sia il tempo per coltivare gli incontri e non per far bene i compiti.


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