Domenica 4 ottobre 2020 – 27^ TOA – Matteo 21,33-43
Fratelli tutti, è il titolo che Papa Francesco ha dato all’enciclica che ha firmato ieri ad Assisi, testo sulla fratellanza e l’amicizia sociale. L’incipit sono parole che il santo d’Assisi indirizzava ai propri frati in una serie di 28 ammonizioni. Fratres omnes! Il vangelo di questa domenica fissa l’obiettivo su una realtà un po’ diversa, la parabola cosiddetta dei vignaioli omicidi fotografa un panorama assai drammatico. Uomini contro, altro che fratelli. Mi viene spontaneo accostare questo passaggio biblico ad un fatto abbastanza sconvolgente capitato nella passata settimana. A Lecce un giovane di 21 anni massacra una coppia di amici e racconta di averlo fatto perché erano troppo felici. Sconcertante! Le riflessioni che ne scaturiscono potrebbero essere infinite. Allora torno al vangelo e ripenso a quei contadini a cui viene affidata una vigna che porta chiaramente impressi i segni di una cura premurosissima. Accostiamo a questo testo anche quello di Isaia per rafforzare l’idea. La vigna è posta su un colle fertile, la terra è libera dai sassi, le viti piantate sono pregiate, nel mezzo si erge una torre, la circonda una siepe. Segni che non possono passare inosservati e fuori metafora raccontano del fare di un Dio attento e innamorato… della vigna o di coloro a cui l’avrebbe affidata? Penso questo. I contadini che siamo, dopo che, per fiducia e rispetto nei nostri riguardi, il padrone si è allontanato, diventano gelosi di ciò che non è proprio e invidiosi del fatto che altri possano godere del frutto del loro impegno, un frutto che non intendono spartire. Ma dell’amore di cui il cuore ci è colmato che farsene se non renderlo generativo di nuova passione, di altro amore? Come abitiamo il mondo? La domanda è sempre la stessa. Contendendocelo, arraffandolo dalle mani di qualcun altro? Anche le campagne politiche, nello specifico quella americana, per non parlare delle nostre, stanno mostrando che sulla vigna contesa si concentra una violenza inaudita, il confronto fra i due candidati di qualche giorno fa sembrava un ring. Gli Stati Uniti che tentano di dissuadere il Vaticano dal dialogo con la Cina sul tema della libertà religiosa per paura che la Cina continui a stendere sulla terra il manto della sua supremazia, cosa che sta comunque avvenendo in tanta parte d’Africa, come pure in Italia, sul nuovo porto di Trieste i cinesi stanno tentando di metterci le mani, sia chiaro perché questo avvantaggia anche l’Italia… altri segni delle logiche che governano lo spazio comune e che fanno dell’umanità non certo un insieme di uguali. E se dovessero indagare il piccolo confine della vigna che ci è affidata vedrebbero sicuramente quanta tensione la attraversa, quanta arroganza la segna. Ci si potrebbe augurare che davvero, come dice il salmo, lungo le sue mura si aprano brecce, potrebbero sì infiltrarsi i cinghiali ma potrebbero anche penetrare al suo interno cuori e quindi uomini che per oggetto dei propri pensieri, come scrive Paolo ai Filippesi, hanno ciò che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato. Potremmo essere uomini così, noi discepoli del vangelo, potremmo occupare la vigna proteggendo ciò che è stato con amore piantato? Magari lo stiamo già facendo!
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