Domenica delle Palme – 28 marzo 2021 – Marco 14,1-15,47
Straripa e gronda di inaudita violenza il racconto della Passione, lo sentiremo fra un attimo. Ma la continua minaccia di una violenza, che qui culmina, trasuda in tante pagine evangeliche. Chi sta dentro, dal mercoledì delle ceneri nell’avventura della lettura continua dei vangeli, se ne sarà certamente reso conto. Quante volte ci siamo imbattuti in frasi del tipo: “Cercavano di ucciderlo” e questo già fin dagli albori del ministero pubblico di Gesù. Perché questo accanimento? La domenica della Passione del Signore che noi chiamiamo più comunemente domenica delle palme, quest’anno è stata anticipata provvidenzialmente da due ricorrenze vicine. Il 24 marzo la Giornata dei missionari martiri istituita nel giorno del martirio del Vescovo di San Salvador Oscar Arnulfo Romero. Il 26 marzo, il 25° anniversario del rapimento dei 7 monaci trappisti a Tibhirine in Algeria. I loro corpi decapitati furono poi trovati il 30 maggio. Qualche giorno fa leggevo un testo di frère Christian, priore di quel monastero. Scriveva a proposito dell’uccisione di frère Henri e di suor Paul-Hélène: “Non hanno atteso di morire per morire” e ricordando la testimonianza di un giovane che frequentava la biblioteca del centro in cui frère Henri operava, scrive: “Non gli hanno rubato la vita, l’aveva già donata”. “Non c’è più grande amore di chi dona la vita per quelli che ama (cfr Gv 15,13). Meglio farlo prima, e per tutti, come Gesù. Così chi crederà di mettervi a morte non vi prenderà la vita; già prima, a sua insaputa, questo dono era stato concesso, a lui come agli altri”. “La testimonianza di Gesù, il suo martirio è martirio d’amore, dell’amore per l’uomo, per tutti gli uomini, perfino per gli assassini e i carnefici”. Ci imbatteremo fra un attimo nel passo in cui si racconta quanti ci si indigni e ci si infuri per il gesto che compie una donna che sopraggiunge in casa di Simone il lebbroso a Betania mentre stanno mangiando. Rompe un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore e lo versa sul capo di Gesù. Si indignano e si infuriano per quello che considerano uno spreco. Ecco perché Gesù muore, perché non hanno capito e accettato lo spreco della sua vita. Troppo provocante, perfino osceno. E te ne liberi perché non ti inquieti, non ti interroghi, non ti condizioni. “Una sola pallottola in pieno volto per frère Henri, scrive frère Christian. Si è accasciato piegando sul petto la mano che aveva appena teso all’assassino: completava così il gesto dell’accoglienza come viene praticato qui (in Algeria), come a meglio significare che proviene dal cuore. “Ogni incontro è quello con Dio, diceva Henri, e aggiungeva: Gli chiedo di mancarne il meno possibile! Non avrà mancato quest’ultimo incontro, lasciando che noi lo prolunghiamo all’infinito mettendo in pratica la consegna che si era dato per far fronte allo sgomento circostante: Nei nostri rapporti quotidiani, prendiamo apertamente le parti dell’amore, del perdono, della comunione, contro l’odio, la vendetta, la violenza.
0 commenti