Natale del Signore – 25 dicembre 2021

Pubblicato da emme il

“Il sottoscritto Vincenzo Moroni (4,15 kg, 55 cm), il 24 luglio 2008 alle ore 15.47 dopo 38 settimane di soggiorno ha ricevuto lo sfratto dal monolocale a pensione completa, causa comportamento poco consono (ha preso a calci le pareti di notte). Dello sfratto si rallegrano i genitori!”. Ho tentato di estrarre dal mio cellulare i messaggi con cui alcuni amici hanno annunciato la nascita dei loro figli. Ma ahimè sono uno che fa pulizia dei messaggi che riceve e non ne ho più trovati in memoria. Allora ho cercato in internet e ho scovato fra i tanti quello che vi ho letto, mi sembra simpatico e alquanto originale. Ma non devo chiedere a nessuno di aiutarmi a ricordare le emozioni che hanno suscitato certi annunci di nascita, beh, sicuramente quelli di Micol e Alberto, i miei nipoti, 24 e 20 anni fa. È sempre straordinario ricevere queste notizie che sono vangelo allo stato puro. “Il miracolo che salva il mondo dalla sua naturale rovina è la nascita di uomini nuovi che sanno ricominciare di nuovo, la nascita di quelle fede e speranza… che hanno trovato la loro più succinta e gloriosa espressione in una piccola frase dei Vangeli: – Ecco, vi è nato un bambino.” Sono le parole di un augurio con cui sono stato raggiunto gli scorsi giorni. Sono della filosofa ebrea Hanna Arendt nel libro Vita activa. Natale è vita nuova da accogliere, è vita a cui far largo, a cui offrire spazio. La vita, all’inizio, al suo sorprenderci, al suo primo consegnarsi, al suo far capolino ci affascina sempre, ci commuove, ci scioglie. Se non pensassimo ai piccoli d’uomo potremmo pensare ai cuccioli dei tanti animali che entrano nelle nostre case per intenerire la vita dei piccoli ma anche dei grandi. Vi parlavo di mio nipote, ventenne. Non dategli dei baci lui bacia solo Banana, il suo gatto e addirittura Clivy, il nostro cane. I cuccioli… ma poi i cuccioli crescono. Questa settimana una mamma mi ha detto di aver postato un annuncio per regalare la voliera del figlio con dentro i cocoriti dopo averne trovato uno stecchito per l’incuria e il disinteresse da parte del figlio. Ha trovato subito a chi regalarli. La vita nuova è ossigeno, è apertura, è futuro, è speranza, è ottimismo, è un viaggio. Anche il Natale è questa magia che dovremmo saper far sopravvivere oltre Santo Stefano. Di una cosa scadente, di una passione fulminea non si dice forse che dura da Natale a Santo Stefano? E se la passione fosse quella per la vita, non solo per la vita che arriva piccola ma per la vita che pian piano cresce e si impone, e si dilata, e matura e poi cambia, e poi delude, e ferisce, e ancora preoccupa o fa piangere. Natale è annuncio che un bambino nasce ma quanta contrarietà sperimenterà quell’esistenza crescendo. Non serve che ci diciamo che se la parabola di quel Gesù di Nazareth comincia nella culla si conclude nel sepolcro. Penso alla mamma, alla sorella, alla compagna di Ivan che stanno accanto a questa giovane vita malata sperando contro ogni speranza. Penso ai genitori di figli adolescenti, tutti ne conosciamo, che sputano sangue tentando di districarsi nella fitta selva dei loro umori e sono tentati mille volte di gettare la spugna. Potrei sbizzarrirmi negli esempi e chissà quante situazioni vicine, magari nostre, potremmo sentir interpretate dai racconti di altri. Come vorrei, per me innanzitutto, che non mi infastidisse la vita che cresce domandando alla mia di ridimensionarsi, non mi disturbasse la vita che si dilata chiedendo alla mia di rimpicciolirsi un po’, non mi nascesse un moto di fastidio e di stizza se la vita d’altri chiede ospitalità negli spazi del mio vivere invitandomi a farmi un po’ più in là. Ditemi se non è vero che la vita che cresce ci disturba? Ma chi mette al mondo un figlio non se ne disfa il giorno dopo che è arrivato. Natale è accogliere una vita destinata a crescere. Lasciarsi toccare dalla vita che chiede spazio, che domanda di contenere l’iocrazia. Dai che forse stavolta Natale dura un po’ oltre Santo Stefano. Che la vita cresca allora perché siamo disposti ad accoglierla e custodirla ben oltre il suo fiorire. Buon Natale.


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