Commento domenicale 08/06/2025
08/06/2025 PENTECOSTE anno C
Oggi il commento è su un versetto di un salmo.
“Nel peccato sono stato generato da mia madre..” (Sal 50)
Per l’ebreo ogni momento della vita era in relazione con la legge di Dio, con quanto Dio aveva voluto per l’uomo.
Ora, per il salmista, nel mettere alla luce un essere umano, succede qualcosa di contrario alla legge di Dio, se lo chiama “peccato”.
In effetti nel parto (come qualsiasi altra secrezione del corpo umano) la perdita del sangue era considerata una perdita di vitalità per la donna, che doveva quindi ristabilire la sua integrità e la sua unione con Dio fonte della vita. Per questo le donne ebree si facevano purificare dai ministri di Dio quaranta giorni dopo il parto.
C’è anche una seconda interpretazione teologica, l’uomo è stato voluto da Dio maschio e femmina perché (sotto la spinta della diversità diventata fonte della capacità intellettiva per mezzo della parola) sia capace di relazione con tutta la creazione e quindi con Dio stesso, il totalmente altro.
Ora succede che nei momenti del parto non c’è la divisione netta delle due persone, mamma e figlio, viene quindi a mancare l’alterità, la diversità dei corpi voluta nella creazione, quindi la madre diventa bisognosa di purificazione.
Essere diversi in relazione (che la Bibbia chiama amore) significa che ho bisogno dell’altro che io da solo sono un nulla e che l’altro è un dono, contrariamente è negare l’umano.
Col cristianesimo la benedizione alla mamma che aveva partorito, (un rito collegato al Battesimo dei bambini) che si usava dare un tempo nelle nostre chiese, anche se ha origine nei tempi antichi, ora assume una valenza diversa ben riassunta dal Rituale di San Carlo Borromeo. “E’ pio e lodevole costume che la donna, che ha avuto la felicità di diventare madre, venga alla chiesa a ringraziare Dio domandando la benedizione del sacerdote.”
Buona domenica
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