Domenica 3 marzo 2024 – III di Quaresima B – Giovanni 2,13-25

Pubblicato da emme il

Chi sono gli altri per me e chi sono io per gli altri? Fino a che punto mi interessano gli altri? Fino a che punto interesso agli altri? La Pasqua verso cui stiamo camminando è la festa che celebra un passaggio. Pasqua è varcare i confini di una terra in cui si è come pezzi di un ingranaggio che funziona se la benzina che lo muove è il vantaggio, l’utile, il tornaconto. Pasqua è approdare ad una terra in cui si è finalmente liberi di darsi senza essere ossessionati dal bisogno di produrre un risultato. Non so voi ma spessissimo mi rendo conto di caricare le relazioni che vivo di aspettative altissime. Gli altri sono l’oggetto che colma il mio bisogno, magari potessi chiamarlo desiderio. Ecco a cosa si può ridurre l’altro. E quando l’altro non accetta di stare a questo gioco io brancolo come nel buio e divento triste. Ma l’altro chi è? È certo colui che può farmi felice ma non a prezzo della sua libertà. Ho pensato che Gesù al tempio si stia scagliando con veemenza contro questa logica. Comprare la libertà dell’altro e illudersi di poter comprare perfino quella di Dio. Sembrerebbe essere proprio questo il gioco che Gesù viene a rovinare, l’ingranaggio che viene a disinnescare. Poveri illusi! Un mercato, a questo è stato ridotto il tempio afferma Gesù, a spazio in cui ci si usa. Io faccio perché tu faccia. E il nostro religioso respira quest’aria malsana e malata. E senza dubbio anche il nostro mondo relazionale, affettivo sopravvive non di rado di ricatti, di estorsioni, di coercizioni, di pressioni. Pasqua è altro, è distruggere questa idea di umano e ricrearla a partire dal dono incondizionato di sè. Smantellare, pezzo per pezzo, le prassi che fanno anche della nostra vita un mercato. Risorgere, dunque! Ma come? Morendo al bisogno che tu sia ridotto a ciò che mi serve o all’altrettanto malato bisogno di servirti, di tornarti utile, di lasciarmi asservire. Vedendo i segni che Gesù compiva, credettero nel suo nome. I miracoli di Gesù sono in realtà gesti che riconsegnano la libertà alle persone, non sono esclusivamente o primariamente azioni che rigenerano funzionalità, sono eventi di liberazione. Sono ricreazioni che riconsegnano l’uomo alla verità di se stesso, ciascuno alla verità di sé. Vorrei fosse Pasqua così, permettere a ciascuno di rinascere nella propria libertà, senza asservimenti, condizionamenti, quelli imposti da me innanzitutto, quelli che fanno anche della mia vita un mercato e non la casa di affetti liberi e puliti. Sento di essere causa di tanta schiavitù e sento di essere vittima di me stesso. Pasqua sarà tentare di riaffidare pezzetti di me alla logica sovversiva della croce, debolezza e stoltezza contro potenza e sapienza. È vita disarmata, è vita faticosamente liberata che accetta la libertà degli altri e non la vincola alla propria fame di prevaricazione.


0 commenti

Lascia un commento

Segnaposto per l'avatar

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *